Per chi soffre di artrosi, il nuoto viene spesso suggerito come una delle attività più indicate per mantenere la mobilità articolare ed alleviare il dolore. Questo sport, grazie all’effetto di galleggiamento dell’acqua, permette di ridurre il carico sulle articolazioni, consentendo movimenti fluidi e meno dolorosi rispetto agli esercizi praticati “a secco”. Tuttavia, molte persone, incredule di fronte al disagio persistente dopo l’attività, commettono un errore tanto comune quanto insidioso: trascurare l’importanza di una tecnica adeguata, della moderazione e della personalizzazione del gesto atletico.
L’errore più frequente: intensità e tecnica non adeguate
Uno degli errori più diffusi tra chi ha l’artrosi e si avvicina al nuoto consiste nel sottovalutare il ruolo della tecnica e nell’affrontare l’attività con un’intensità eccessiva o movimenti inadatti alle proprie condizioni articolari. Troppo spesso, convinti che il solo fatto di nuotare in acqua sia sufficiente a proteggere le articolazioni, si eseguono gesti atletici ripetitivi, sostenuti e prolungati, magari senza istruzioni specifiche o senza un adattamento dello stile.
Un movimento scorretto o la tendenza a spingersi oltre le proprie reali capacità muscolari, infatti, possono paradossalmente aumentare la microtraumatizzazione delle articolazioni, inducendo uno stato infiammatorio che peggiora il dolore invece di migliorarlo.
Nuoto: perché è così consigliato in caso di artrosi?
Numerosi studi e pareri specialistici confermano che il nuoto, rispetto ad attività d’impatto come la corsa o gli sport da contatto, rappresenta una risorsa fondamentale per chi deve prendersi cura delle articolazioni compromesse da artrosi. L’ambiente acquatico offre protezione contro lo stress meccanico sul sistema muscolo-scheletrico; l’acqua sostiene il peso corporeo, riducendo la pressione sulle cartilagini e attenuando il dolore durante il movimento.
Nuotare regolarmente facilita la mobilità, riduce la rigidità articolare e consente un allenamento equilibrato dei muscoli senza infiammare ulteriormente le aree dolenti. Soprattutto l’artrosi dell’anca e del ginocchio trova grandi benefici dall’esercizio fisico acquatico, che secondo esperti del settore può persino migliorare qualità della vita e autonomia, incrementando la forza muscolare e la resistenza.
Tuttavia, questi benefici si concretizzano solo se il nuoto viene praticato correttamente; il nuoto “a caso”, senza una tecnica appropriata e senza la guida di professionisti, può invece favorire i meccanismi patologici della cartilagine.
Come prevenire il peggioramento del dolore
Per chi convive con l’artrosi, è fondamentale applicare alcune regole di buon senso e prevenzione per trarre il massimo vantaggio dal nuoto minimizzando i rischi:
- Adattare lo stile di nuoto ai propri limiti funzionali: Se le articolazioni dell’anca o del ginocchio sono molto dolenti, evitare stili che richiedano ampia escursione articolare o movimenti bruschi. La tecnica del nuoto va perfezionata con l’aiuto di istruttori specializzati nell’allenamento preventivo per pazienti artrosici.
- Dare priorità all’intensità moderata: Allenarsi ad intensità blanda, aumentando gradualmente il tempo di esercizio solo in assenza di dolore. Evitare sessioni troppo lunghe o frequenti che possono sovraccaricare le articolazioni.
- Rispetto delle pause: Suddividere la sessione di nuoto in intervalli, alternando esercizi di mobilità ad esercizi di galleggiamento, per consentire alle articolazioni il recupero.
- Ascoltare il proprio corpo: Il dolore non deve mai essere ignorato. Interrompere l’attività se compaiono segnali di infiammazione, rigidità o aumento del gonfiore.
- Valutare l’opportunità di esercizi complementari: Integrare la pratica con esercizi di potenziamento muscolare e stretching mirato, possibilmente svolti in acqua per ridurre ulteriormente il carico articolare.
- Preferire ambienti acquatici caldi, come piscine termali, che favoriscono la vasodilatazione e il rilassamento muscolare.
Sport in acqua: la personalizzazione fa la differenza
Non tutti i tipi di nuoto sono uguali, e ciascun paziente artrosico necessita di una valutazione individuale. Il nuoto “stile libero”, se praticato a ritmo lento e con movimenti controllati, generalmente offre ottimi risultati perché mantiene una posizione orizzontale, riducendo la pressione sulle anche e sulle ginocchia.
Lo “stile rana”, invece, può comportare ampie torsioni e rotazioni degli arti inferiori che sollecitano soprattutto l’anca: in presenza di artrosi severa, questa modalità potrebbe essere sconsigliata, come suggeriscono fisioterapisti ed ortopedici. Analogo discorso riguarda le virate e gli scatti: sono da evitare i gesti esplosivi, le partenze brusche o le tecniche che mettono sotto esame le articolazioni compromesse.
L’approccio più sicuro prende ispirazione dalla fisioterapia in acqua (idrochinesi terapia), dove prevalgono esercizi dolci di mobilizzazione, camminate in acqua bassa e movimenti di galleggiamento, spesso integrati a circuiti di rinforzo muscolare o a semplici esercizi di respirazione, perfetti per migliorare la mobilità senza rischi aggiuntivi.
L’importanza della guida professionale
Il supporto di un fisioterapista esperto in riabilitazione in acqua e la supervisione di un istruttore di nuoto sono fondamentali per evitare errori di impostazione tecnica che possono peggiorare la sintomatologia artrosica. La personalizzazione del percorso di allenamento permette di:
- Identificare le tipologie di esercizio più idonee in base alle articolazioni maggiormente compromesse.
- Impostare progressioni mirate senza rischiare sovraccarichi.
- Monitorare costantemente il recupero, adattando il programma in base ai progressi individuali.
Affrontare il nuoto con competenza e gradualità trasforma una potenziale fonte di dolore in una risorsa terapeutica, capace di contribuire al controllo dei sintomi e al mantenimento di uno stile di vita attivo.
In sintesi, il nuoto resta una delle attività più raccomandate per chi soffre di artrosi, ma deve essere praticato consapevolmente per evitare errori che possono aggravare il dolore articolare: la tecnica, il dosaggio dell’intensità, la adattabilità dello stile divengono fattori chiave per garantirne l’efficacia e il benessere a lungo termine.