Lo sgrassatore è tra i prodotti più diffusi nella pulizia domestica e professionale grazie alla sua capacità di eliminare grasso, residui organici e sporco ostinato. Questa efficacia si deve soprattutto al suo pH alcalino, che lo rende estremamente attivo contro le molecole di grasso, permettendone il distacco rapido dalle superfici. Tuttavia, proprio la natura chimica fortemente basica di questi detergenti impone particolare attenzione nell’uso frequente e prolungato, sia per la salvaguardia delle superfici sia per la sicurezza di chi li utilizza.
Il valore del pH negli sgrassatori: cosa significa e quanto è alto
Il pH, ovvero il “potenziale idrogeno”, è il parametro che misura il grado di acidità o alcalinità di una soluzione acquosa su una scala che va da 0 a 14: valori inferiori a 7 sono acidi, il pH 7 è considerato neutro, mentre valori superiori a 7 indicano una natura alcalina o basica. Lo sgrassatore, per risultare efficace contro il grasso, presenta tipicamente un pH compreso tra 8 e 12, a seconda della formulazione e della forza sgrassante richiesta . Valori superiori nella scala indicano alta alcalinità e, quindi, maggiore potere nel rompere i legami delle particelle di grasso attaccate alle superfici.
Questa caratteristica, se da un lato permette elevate performance nella rimozione dei residui organici, dall’altro comporta rischi di deterioramento per molte superfici, specialmente quelle delicate, verniciate, in legno non trattato, alluminio, plastiche trasparenti o materiali organici . L’uso ripetuto o l’applicazione prolungata di sgrassatori con pH elevato su queste superfici può provocare corrosione, opacizzazione o addirittura danni estetici e strutturali irreversibili, soprattutto in assenza di risciacquo immediato o quando si eccedono le raccomandazioni d’uso fornite in etichetta.
Effetti a lungo termine sulla salute: l’allerta degli esperti
Gli esperti sottolineano che un’esposizione costante a detergenti fortemente alcalini non riguarda solo i rischi per le superfici, ma presenta anche criticità per la salute delle persone che li utilizzano senza le dovute precauzioni. Gli sgrassatori possono infatti contenere tensioattivi aggressivi, ossidi amminici, alcoli etossilati e altre sostanze chimiche che, sebbene potenziino l’efficacia pulente, sono responsabili di reazioni irritative cutanee e oculari .
- Irritazioni cutanee, con arrossamento, secchezza e in casi cronici anche desquamazione.
- Irritazione oculare se il prodotto viene a contatto accidentale con gli occhi, con sintomi quali bruciore, arrossamento e lacrimazione intensa.
- Problemi respiratori in soggetti sensibili all’inalazione dei vapori, soprattutto in ambienti poco ventilati o in caso di uso di grandi quantità di prodotto.
- Crisi allergiche o dermatiti in soggetti predisposti, dovute alla presenza di profumi o altri additivi chimici.
Questi effetti possono manifestarsi anche dopo esposizioni saltuarie, ma l’utilizzo prolungato, senza guanti o dispositivi di protezione, aumenta la probabilità di problemi cronici. Non a caso, molte schede di sicurezza degli sgrassatori riportano chiaramente la necessità di proteggere pelle e occhi, risciacquare abbondantemente dopo l’uso e arieggiare gli ambienti .
Materiali a rischio: errori più comuni e danni irreversibili
Spesso si sottovaluta il fatto che non tutte le superfici possono tollerare detergenti alcalini. Un errore frequente è l’applicazione di sgrassatori universali su:
- Legno naturale o verniciato: l’alcalinità deteriora la finitura, causando opacizzazione e perdita di colore o lucentezza .
- Alluminio e metalli leggeri: reazioni chimiche portano a corrosione e formazione di macchie poco gradevoli.
- Plastiche trasparenti (come policarbonato e acrilici moderni): possono subire rotture strutturali o ingiallimenti persistenti.
- Superfici laccate o smaltate: l’azione aggressiva scioglie parzialmente la protezione superficiale, esponendo il materiale sottostante a graffi, abrasioni o contaminazioni future.
Inoltre, un uso eccessivo e non risciacquato può lasciare residui invisibili che, nel tempo, peggiorano l’aspetto estetico e alterano la piacevolezza al tatto delle superfici più lisce. La costanza nell’uso improprio comporta anche possibilità di danni funzionali: piccoli componenti meccanici o parti mobili di elettrodomestici possono bloccarsi o perdere efficienza per l’azione corrosiva del prodotto.
Compatibilità ambientale e sostenibilità
Sebbene molti produttori abbiano ridotto la tossicità ambientale degli sgrassatori, restano pur sempre prodotti chimici che, se dispersi in misura eccessiva, alterano la flora microbica delle acque di scarico e, in ambienti aperti, hanno impatti sulla biodiversità acquatica. Per chi impiega questi prodotti nell’ambito della pulizia professionale, è quindi fondamentale rispettare sia le quantità raccomandate sia le procedure corrette di smaltimento .
Diversi sgrassatori eco-compatibili sono oggi disponibili e, pur mantenendo un pH alcalino, riducono l’impatto ambientale attraverso tensioattivi biodegradabili e assenza di composti tossici persistenti. Tuttavia, l’impatto della chimica alcalina sui materiali e sulla salute dell’uomo resta un fattore critico da non trascurare nell’uso regolare.
Come usare lo sgrassatore in sicurezza, ogni giorno
L’efficacia pulente degli sgrassatori è indubbia, ma per tutelare la salute a lungo termine e proteggere superfici ed ambiente, gli esperti consigliano di adottare alcune precauzioni:
- Indossare sempre guanti in lattice o nitrile, evitando il contatto diretto con mani e braccia.
- Proteggere occhi e viso specialmente in caso di spruzzi accidentali.
- Limitare il tempo di contatto con le superfici: applicare, agire rapidamente e risciacquare subito ed abbondantemente.
- Verificare la compatibilità del prodotto con la superficie da trattare, consultando sempre le indicazioni riportate sull’etichetta.
- Non miscelare mai lo sgrassatore con altri detergenti, né acidi né candeggina, per evitare pericolose reazioni chimiche.
- Aerare bene i locali durante e dopo l’utilizzo, anche per evitare accumulo di vapori potenzialmente irritanti.
- Scegliere, dove possibile, sgrassatori con formulazioni ipoallergeniche oppure con ingredienti biodegradabili, in particolare quando usati frequentemente o su grandi superfici .
Seguendo queste semplici regole si riduce drasticamente la possibilità di sviluppare dermatiti croniche, irritazioni ricorrenti e danni permanenti alle superfici di casa o lavoro, mantenendo al tempo stesso alti standard di igiene e pulizia.
In conclusione, la potenza sgrassante degli sgrassatori è legata al loro pH elevato, tipicamente tra 8 e 12, che non solo determina l’efficacia contro lo sporco più tenace ma anche la necessità di utilizzarli con consapevolezza e prudenza, valutando sempre rischi e benefici sia per la salute che per l’ambiente domestico e naturale. Una conoscenza approfondita del concetto di pH e delle sue implicazioni consente di gestire in modo ottimale ogni azione di pulizia, prevenendo effetti avversi sul lungo periodo.